La bella sfida dei nostri studenti
Questo articolo sarebbe dovuto uscire sul numero dello scorso maggio ma per problemi di tempo e spazio è stato deciso di rimandarlo a “settembre”. L’articolo interessa le classi delle Scuole Medie chiuse da Giugno in poi per le vacanze estive. Lo scorso 30 Aprile, è avvenuta la premiazione dei partecipanti alla XXX edizione del Concorso di Poesia Romanesca intitolato al poeta Giuseppe Gioacchino Belli riservato appunto, agli studenti di scuola media.
La cerimonia si è svolta nella solenne cornice della Sala della Protomoteca in Campidoglio.

Francesca Vitale e Greta Giuliani insieme all’attrice Federica Cifola
Ogni partecipante ha concorso con una sola poesia in romanesco, a tema e metro liberi, rigorosamente individuale e originale, inedita e mai premiata in altri concorsi.
Al concorso, hanno partecipato 37 classi di 13 Istituti di Roma Capitale e della Città Metropolitana.
Eh già, oltre alle scuole di Roma anche quelle che una volta erano in “provincia” ovvero anche la Città Metropolitana.
Anche se con queste nuove dizioni amministrative si è snaturato il contesto collocativo e sociale, permane ancora forte la differenza soprattutto linguistica tra la Città e il suo circondario.
Troppa storia e situazioni hanno caratterizzato il territorio romano e quello laziale.
Se a Roma si parla (forse poco) il romanesco, è anche vero che ogni paese del circondario ha un suo idioma caratteristico, sicuramente diverso dal romanesco, con impronte linguistiche proprie.
L’iniziativa dell’Istituto Comprensivo Parco della Vittoria di Roma sposando l’obiettivo di contribuire alla salvaguardia del patrimonio culturale e linguistico della città di Roma e alla valorizzazione del dialetto, si è resa lodevole alfiera di tale manifestazione.
Ma come detto, nel territorio di ‘provincia’, la realtà linguistica è diversa dal romano e in questo caso “la montagna è andata da Maometto”: al concorso hanno partecipato anche alcune scuole di provincia presentando poesie proprie scritte praticamente ‘in un’altra lingua’.
Niente male come sfida culturale per ragazzi di scuola media.
Sono stati in totale presentati ben più di 500 componimenti. Di tale mole di piccole opere poetiche, la giuria di esperti presieduta dal prof. Marcello Teodonio, presidente del Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli, ne ha selezionate 45, oggetto della premiazione.
Di fronte ad una sala gremita, ad ogni singolo riconoscimento di premiazione, ragazze e ragazzi emozionatissimi si sono portati accanto a Federica Cifola, nota attrice e conduttrice, che per ognuno ha letto le 45 poesie facendo vivere loro l’intensità di protagonismo ed importanza di tale traguardo.
Tra gli artefici della manifestazione anche un ragazzo con le stampelle ed uno assente che ha mandato il nonno (per la cronaca quest’ultimo si è classificato 3°).
Sono state premiate le prime 3. Altre 3 hanno invece ricevuto un premio speciale (Premio Roma).
Ebbene, tra questo tripudio di cultura, ben due giovani “poetesse” in erba valmontonesi dell’Istituto Comprensivo Madre Teresa di Calcutta sono state selezionate dalla giuria tra le 45 prescelte.
Le due ragazze, scrivendo in dialetto romanesco, certamente a loro non usuale, hanno brillato pur non riuscendo a raggiungere la vetta in classifica. Giustamente, la giuria ha premiato le prime tre e lasciato tutte le altre allo stesso livello.
Si sono prodigate per questo eccezionale risultato, le studentesse di 1° media Greta Giuliani e Francesca Vitale con le rispettive poesie: Ched’era e ched’è per Greta e ‘a Musica per Francesca. Per la cronaca, il primo premio è stato vinto da un ragazzo di origine mediorientale di nome Djihad, a conferma che l’integrazione, soprattutto nelle giovani menti, è più che possibile. La bellissima poesia di Djihad è una similitudine astronomica tra la Terra e la Mamma, ovviamente tutto in romanesco.
Come detto, l’idioma o dialetto valmontonese, diverso dal romanesco, meriterebbe una salvaguardia culturale migliore del normale parlato. A sentire le persone più anziane, il dialetto valmontonese odierno è linguisticamente cambiato rispetto a quello parlato cento anni fa. Come accade per il romanesco, l’Associazione Culturale “Il Campanone Nuovo“, vorrebbe promuovere iniziative, soprattutto presso le nuove generazioni e con l’aiuto delle scuole del territorio, atte a mantenere viva la lingua dei nostri nonni, se non nel parlato quotidiano, almeno in versioni scritte siano esse poesie, testi o anche rappresentazioni di spettacolo. Per lo scopo si sta cercando di organizzare un comitato culturale per stabilire le basi degli manifestazioni. Ne riparleremo più avanti con il progredire degli eventi.